Non ce n’è: sembra siamo predestinati a vivere un tempo
stigmatizzato da PAROLE.
C’è stato il tempo della qualità, professionalità,
dell’equità, della trasparenza, della sostenibilità e canaglia se siamo
riusciti davvero a fare qualcosa di buono per dare un senso vero a queste
parole!
Anzi, le abbiamo talmente usate e abusate dal non percepirne
nemmeno più il valore.
Non lo percepiamo, ma il valore c’è. Non ci sono dubbi in proposito.
E ora? Ora la parola chiave è cambiamento, ma vi pare che si
potesse tralasciare questa parola?
Cambiamento, tutti ne parlano e nessuno lo fa e sapete
perché?
Perché è difficile, complesso, una vera rottura di palle, ci
vuole coraggio, determinazione e anche orgoglio.
Ci sono volute generazioni e generazioni di individui per
scandire i "grandi cambiamenti del genere umano", secoli di storia, lotte e
battaglie per affermare il nuovo, l’inusuale e questo scandisce
inequivocabilmente la nostra incapacità di adattamento a tutto ciò che ci
appare come sconosciuto.
Ma allora, di quale cambiamento parliamo?
Quale valore vogliamo dare a questa parola?
Quanto siamo
pronti a metterci in gioco veramente?
Siamo ancora capaci di scendere in campo individualmente?
Onestamente, me lo chiedo e ho molti dubbi in proposito.
Non vedo in giro gente disposta a condividere punti
di vista diversi, né vedo persone disposte a cambiare un’opinione e tantomeno le proprie abitudini.
Viceversa, vedo molte persone combattere per l’esatto
contrario, per mantenere intatto il proprio mondo, le
proprie convinzioni, il proprio modo di vivere.
Eppure, nei talk
show, sui giornali, alla radio, in internet e tra gente impera il grido:
Ci
vuole il Cambiamento!
Ma allora, chi deve cambiare?
Continua....
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